qui posterò solo le mie azioni land art, 

che al momento sono solo frecce, di vari materiali

sempre biodegradabili. 

Bruno Cassaglia: micro land art

Non è facile in un contesto di provincia, pur connotato da un passato artistico importante, accendere e mantenere vitale la propria creatività, al di sopra dei torpori, dei déja vu, nel ritmo lento e prevedibile del tempo. Contrariamente ai grandi centri, dove gli scambi sono linfa vitale, la provincia si nutre di se stessa, si attorciglia e si chiude, si ripete: al giorno d'oggi raramente dà stimoli, quasi mai si fa amare. Bruno Cassaglia invece parte proprio dalle caratteristiche morfologiche e storiche del territorio in cui vive per dare sempre maggiore spazio a un progetto che è la naturale evoluzione delle sperimentazioni che da anni svolge in ambito esterno. Contrariamente ai land artisti americani ai quali i grandi spazi non solo suggeriscono ma impongono interventi su aree di vastissima portata, Cassaglia si muove nel caratteristico paesaggio ligure e del basso Piemonte che costringe a piccoli passi, a gesti misurati, a soste rispettose. Non è questo un limite ma piuttosto il perfetto scenario in cui la micro land art che l'artista realizza trova il suo habitat ideale.

Da anni il desiderio di percepire più profondamente l'organizzazione dell'ambiente naturale - di farne, in un certo modo, parte - appassiona l'artista che inizia a lasciare piccoli segni sui suoi percorsi, a spostare foglie, a lasciare su di esse tracce di colore, una lieve colata di cera, uno strappo... gesti sempre più minimali, sempre più impercettibili, gesti a volte documentati, a volte lasciati all'oblio del tempo, in una attenta ricerca di conoscenza che sempre meno è dell'intelletto e sempre più dei sentimenti. Quest'arte minimal infatti impegna ed esalta i cinque sensi, perché i suoni, i profumi, i colori, le superfici, anche i sapori, vengono nettamente percepiti in quanto elementi non rinunciabili di questa opera work in progress che l'artista organizza sulla sua misura di "umano" che vuole accorciare le distanze fra lui e la natura, in un tacito accordo di reciproca conoscenza e rispetto.

Più vicino alla disciplina zen che all'arte povera o alla land art, questo linguaggio diventa sempre più simbolico, sempre più lieve nelle tracce e nei significati. Perché se all'inizio le ragioni degli interventi erano chiare e ben espresse, e potevano essere oggetto di interessanti e approfonditi resoconti, ora si rivelano quasi superflue, ingombranti. La scelta degli spazi d'azione arriva al limite della percettibilità, per rendere ancora più precario il gesto, meno marcato il passo, meno facile la reperibilità di una forma da segnare. Quasi una sfida ad una possibilità di poesia, Cassaglia arriva a percorrere i "non luoghi", inquietanti spazi in cui nessuno sa riconoscere e riconoscersi - un'autostrada, un campo abbandonato, una periferia degradata - in cui è facile nascondere o mimetizzare i propri segni. Gli interventi restano, si perdono, vengono assorbiti o modificati dalla natura, possono anche non essere mai scoperti; ma su un altro livello, attraverso la web art la testimonianza può essere divulgata, all'artista la decisione finale.

Lia Franzìa

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Comment by Bruno Cassaglia 15 hours ago

tentativo di indagare in multiverso 

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Direzione provvisoria 

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Oggi a Quiliano,  cambiata direzione a due frecce. 

Comment by Bruno Cassaglia on Monday

Oggi 2 direzioni  provvisorie  ad Albissola!

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